album
Album 1928-1941
Nasce in Argentina in una famiglia borghese, squattrinata, colta e anticonvenzionale: siamo alla fine degli anni ’20 e la madre fuma, viaggia, accavalla le gambe! Sin da piccolo ha una forma di asma violenta che gli fa conoscere da subito il senso di precarietà della vita. La famiglia è costretta a spostarsi spesso alla ricerca di un clima migliore per la salute del bambino. Sin da piccolo Ernestito è circondato di affetto e attenzioni; non può frequentare la scuola; è la mamma, allora, che a casa gli fa da maestra. Costretto a letto legge tantissimo. Soprattutto libri d’avventure. Così lo ricorda la sorella Ana Maria: «Me lo ricordo come il bambino malato, il bambino che non poteva fare le cose. […] Anche se forse “bambino” non è la parola adatta, perché Ernesto è sempre stato molto più grande, il fratello maggiore, un po’ il padre, quello che si occupava instancabilmente di me e della mia educazione».
Album 1942-1949
Ernesto cresce. Con l’adolescenza arrivano interessi culturali inaspettati per un ragazzino. A 14 anni ha già letto Freud. A diciassette redige un quaderno di filosofia, dove annota nomi, citazioni, scuole di pensiero. Diventa sportivo, riesce a convivere con la malattia. Piace alle ragazze. Piace ai professori, con i quali discute da pari a pari. La politica non gli interessa particolarmente . Vorrebbe fare l’ingegnere. La cara nonna si ammala e lui le corre vicino. La nonna muore. Ernesto cambia idea e si iscrive a medicina. L’amica Tita Infante lo ricorda così: «Erano i primi mesi del 1947. In un’aula di anatomia nella facoltà di medicina ho sentito varie volte una voce grave e calda […]. Dal suo accento doveva essere anche lui di provincia, dal suo aspetto era un ragazzino bello e disinvolto».
Album 1950-1952
Ernesto, a 22 anni, il primo gennaio parte per le province argentine del nord su una bicicletta dotata di un motorino Garelli. Un viaggio di oltre quattromilacinquecento chilometri. Guevara definisce così il suo cammino: «Io non viaggio come un turista e mi sorprende vedere nei volantini pubblicitari […] l’Altare della Patria, la cattedrale dove fu benedetta la bandiera. […] In quel modo non si riconosce un popolo, il suo modo di essere e di interpretare la vita […]».
Ernesto si fidanza con una bella ragazza appartenente a una delle famiglie più importanti della regione, Chichina Ferreira, che lo descrive così: « Ero rimasta affascinata dal suo fisico forte e dal suo carattere anticonformista; […] Indossava sempre una camicia di nylon trasparente ingrigita per l’uso. Portava insieme scarpe diverse comprate ai saldi […]». Nel dicembre del 1951 Guevara, in compagnia di Alberto Granado,inizia un viaggio che lo porterà per la prima volta attraverso il Continente sudamericano. Il viaggio inizia in sella a una motocicletta Norton, chiamata “Poderosa II” e termina nel luglio del 1952.
Ernesto tiene un diario, che rielaborato dall’autore diventerà un vero e proprio racconto di viaggio, intitolato Notas de viaje , Note di viaggio. Episodi picareschi si alternano a descrizioni di paesaggi e di realtà sociali. È l’inizio di un autentico pensiero latinoamericano, nonché il futuro di un uomo rivoluzionario fino al midollo.
Album 1953-1956
Luglio 1953, comincia la seconda traversata dell’America Latina, “Otra Vez”, con un percorso deciso in anticipo: visitare la Bolivia e andare alla scoperta della rivoluzione del 1952. Riparte quel peregrinare, che spinge Ernesto ad assumere posizioni politiche più radicali. Dalla Bolivia si sposta in Guatemala, paese che suscita il suo entusiasmo, per una rivoluzione agraria in atto che pare avere successo. Ma di lì a poco la delusione è cocente: al tentativo del Presidente del Guatemala, Jacobo Árbenz Guzmán di nazionalizzare la United Fruit Company, la compagnia americana che controlla gran parte del terreno agricolo del Paese, la CIA reagisce con bombardamenti e mitragliamenti. Arbenz cede ad un ultimatum dei militari. Guevara si trasferisce in Messico. Sbarca il lunario come fotografo. Sposa Hilda Beatriz, economista peruviana conosciuta in Guatemala e il 15 febbraio del 1956 nasce sua figlia Hilda Beatriz. In Messico Guevara incontra Fidel Castro, leader del movimento antibatistiano. Tra i due nasce una reciproca simpatia e una forte comunione d’intenti contro la dittatura. I patrioti cubani si addestrano per effettuare uno sbarco a Cuba. Vengono in un primo momento arrestati. Guevara scrive alla madre dal carcere: «In questi giorni in carcere […] mi sono identificato completamente con i miei compagni di causa. Mi ricordo di una frase che un giorno mi parve stupida o per lo meno strana, riguardo all’identificazione totale fra tutti i membri di un corpo combattente, dove il concetto di ‘io’ scompare totalmente per far posto al concetto di ‘noi’». Di lì a poco 82 combattenti ribelli partiranno a bordo dello yacht Granma alla volta di Cuba per liberarla dalla tirannia.