album
GUERRIGLIA
1959
1960
1961
1962
1963
1964
1965
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Album 1928-1941
Nasce in Argentina in una famiglia borghese, squattrinata, colta e anticonvenzionale: siamo alla fine degli anni ’20 e la madre fuma, viaggia, accavalla le gambe! Sin da piccolo ha una forma di asma violenta che gli fa conoscere da subito il senso di precarietà della vita. La famiglia è costretta a spostarsi spesso alla ricerca di un clima migliore per la salute del bambino. Sin da piccolo Ernestito è circondato di affetto e attenzioni; non può frequentare la scuola; è la mamma, allora, che a casa gli fa da maestra. Costretto a letto legge tantissimo. Soprattutto libri d’avventure. Così lo ricorda la sorella Ana Maria: «Me lo ricordo come il bambino malato, il bambino che non poteva fare le cose. […] Anche se forse “bambino” non è la parola adatta, perché Ernesto è sempre stato molto più grande, il fratello maggiore, un po’ il padre, quello che si occupava instancabilmente di me e della mia educazione».
Album 1942-1949
Ernesto cresce. Con l’adolescenza arrivano interessi culturali inaspettati per un ragazzino. A 14 anni ha già letto Freud. A diciassette redige un quaderno di filosofia, dove annota nomi, citazioni, scuole di pensiero. Diventa sportivo, riesce a convivere con la malattia. Piace alle ragazze. Piace ai professori, con i quali discute da pari a pari. La politica non gli interessa particolarmente . Vorrebbe fare l’ingegnere. La cara nonna si ammala e lui le corre vicino. La nonna muore. Ernesto cambia idea e si iscrive a medicina. L’amica Tita Infante lo ricorda così: «Erano i primi mesi del 1947. In un’aula di anatomia nella facoltà di medicina ho sentito varie volte una voce grave e calda […]. Dal suo accento doveva essere anche lui di provincia, dal suo aspetto era un ragazzino bello e disinvolto».
Album 1950-1952
Ernesto, a 22 anni, il primo gennaio parte per le province argentine del nord su una bicicletta dotata di un motorino Garelli. Un viaggio di oltre quattromilacinquecento chilometri. Guevara definisce così il suo cammino: «Io non viaggio come un turista e mi sorprende vedere nei volantini pubblicitari […] l’Altare della Patria, la cattedrale dove fu benedetta la bandiera. […] In quel modo non si riconosce un popolo, il suo modo di essere e di interpretare la vita […]».
Ernesto si fidanza con una bella ragazza appartenente a una delle famiglie più importanti della regione, Chichina Ferreira, che lo descrive così: « Ero rimasta affascinata dal suo fisico forte e dal suo carattere anticonformista; […] Indossava sempre una camicia di nylon trasparente ingrigita per l’uso. Portava insieme scarpe diverse comprate ai saldi […]». Nel dicembre del 1951 Guevara, in compagnia di Alberto Granado,inizia un viaggio che lo porterà per la prima volta attraverso il Continente sudamericano. Il viaggio inizia in sella a una motocicletta Norton, chiamata “Poderosa II” e termina nel luglio del 1952.
Ernesto tiene un diario, che rielaborato dall’autore diventerà un vero e proprio racconto di viaggio, intitolato Notas de viaje , Note di viaggio. Episodi picareschi si alternano a descrizioni di paesaggi e di realtà sociali. È l’inizio di un autentico pensiero latinoamericano, nonché il futuro di un uomo rivoluzionario fino al midollo.
Album 1953-1956
Luglio 1953, comincia la seconda traversata dell’America Latina, “Otra Vez”, con un percorso deciso in anticipo: visitare la Bolivia e andare alla scoperta della rivoluzione del 1952. Riparte quel peregrinare, che spinge Ernesto ad assumere posizioni politiche più radicali. Dalla Bolivia si sposta in Guatemala, paese che suscita il suo entusiasmo, per una rivoluzione agraria in atto che pare avere successo. Ma di lì a poco la delusione è cocente: al tentativo del Presidente del Guatemala, Jacobo Árbenz Guzmán di nazionalizzare la United Fruit Company, la compagnia americana che controlla gran parte del terreno agricolo del Paese, la CIA reagisce con bombardamenti e mitragliamenti. Arbenz cede ad un ultimatum dei militari. Guevara si trasferisce in Messico. Sbarca il lunario come fotografo. Sposa Hilda Beatriz, economista peruviana conosciuta in Guatemala e il 15 febbraio del 1956 nasce sua figlia Hilda Beatriz. In Messico Guevara incontra Fidel Castro, leader del movimento antibatistiano. Tra i due nasce una reciproca simpatia e una forte comunione d’intenti contro la dittatura. I patrioti cubani si addestrano per effettuare uno sbarco a Cuba. Vengono in un primo momento arrestati. Guevara scrive alla madre dal carcere: «In questi giorni in carcere […] mi sono identificato completamente con i miei compagni di causa. Mi ricordo di una frase che un giorno mi parve stupida o per lo meno strana, riguardo all’identificazione totale fra tutti i membri di un corpo combattente, dove il concetto di ‘io’ scompare totalmente per far posto al concetto di ‘noi’». Di lì a poco 82 combattenti ribelli partiranno a bordo dello yacht Granma alla volta di Cuba per liberarla dalla tirannia.
Novembre 1956
fine 1957
«Il guerrigliero … è il combattente della libertà per eccellenza […] la guerra di guerriglia non è, come si pensa, una guerra minuscola, la guerra di un gruppo minoritario contro l’esercito potente; no, la guerra di guerriglia è la lotta di tutto il popolo contro l’oppressione dominante».
Così Guevara sintetizza la figura del combattente guerrigliero in un articolo intitolato Una Rivoluzione che comincia, pubblicato su “Revoluciòn ”, il 4 dicembre 1959, un anno dopo la vittoria.
Tutto inizia il 25 novembre del 1956. I guerriglieri partono per Cuba a bordo dello yacht Granma, dal porto di Tuxpan, Messico: la spedizione è composta da ottantadue uomini, che raggiungono la costa orientale cubana il 2 dicembre, sbarcando sulla spiaggia di Las Coloradas. Racconta il Che: Fummo attaccati dall’aviazione nemica […]. Proseguimmo sulla terraferma, alla deriva, inciampando continuamente; eravamo un esercito di ombre. I combattenti ribelli vengono sorpresi dalle truppe fedeli alla dittatura ad Alegría de Pío; la maggior parte rimane uccisa. Il “Che”, soprannome ricevuto dai cubani in Messico, viene ferito di striscio nel suo «primo battesimo del fuoco». Il 21 dicembre, in piena Sierra Maestra, si ricongiunge a Fidel un totale di 15 uomini, sono i creatori dell’Esercito Ribelle. Nel 1957 Iniziano i combattimenti a cui partecipa anche il Che, tra i quali l’attacco alla caserma di La Plata e la battaglia dell’Uvero. A giugno viene organizzata una seconda colonna, di cui Guevara riceve il comando. A luglio viene nominato da Fidel il primo comandante delle forze ribelli. Pubblica il giornale El Cubano Libre.
Dicembre 1958
1° gennaio 1959
«Il combattente guerrigliero deve rischiare la sua vita ogni volta che è necessario, essere disposto a perderla senza la minima esitazione […]. Il guerrigliero non deve mai lasciare un compagno ferito alla mercé delle truppe nemiche, perché la sua sorte sarà quasi certamente la morte».
Così scrive il Che sul suo manuale militare La guerra de guerrillas del 1960.
Il comportamento dei ribelli raccoglie consenso e approvazione presso la popolazione civile, in particolare quella rurale. Al contrario dell’esercito, i barbudos non saccheggiano, non stuprano, non commettono violenze gratuite; anzi, pagano le vettovaglie e qualsiasi altro bene utile alla causa, curano i contadini e insegnano loro a leggere e scrivere. Nel 1958 a febbraio viene fondata Radio Rebelde: l’eco della guerriglia si diffonde nel paese. Nel mese di maggio il nemico lancia un’offensiva militare contro l’Esercito Ribelle, che però fallisce, segnando l’inizio della controffensiva con la battaglia del Jigüe nel luglio dello stesso anno. Ad agosto, Fidel ordina l’invasione a occidente ai suoi due comandanti più agguerriti, Camilo Cienfuegos e il Che Guevara. Camilo riceve l’ordine di raggiungere Pinar del Río con la sua colonna, mentre il Che si dirige al centro del paese, nella provincia di Las Villas, con l’obiettivo di unificare le forze ribelli. A ottobre, la colonna 8 comandata dal Che raggiunge le montagne dell’Escambray, per poi procedere a dicembre con l’offensiva di Las Villas, culminata con la storica battaglia di Santa Clara, capitale della provincia, con i combattimenti che proseguono fino al 1° gennaio 1959.
Trionfo della Rivoluzione
Il 1959 è per Cuba il trionfo della rivoluzione.
Gli avvenimenti si susseguono incalzanti: dopo la decisiva vittoria di Guevara a Santa Clara contro le truppe governative, nella notte del 31 dicembre il dittatore Fulgencio Batista fugge dall’isola.
Il 3 gennaio la colonna del Che entra a L’Avana e occupa la fortezza militare de “La Cabaña”, che domina la città. L’8 anche Fidel Castro raggiunge la capitale: i guerriglieri sono accolti da una folla festante.
Il 9 i genitori di Ernesto arrivano a Cuba e rivedono il figlio dopo sei anni.
Guevara riceve la cittadinanza cubana per gli alti meriti acquisiti durante la lotta di liberazione.
Il 17 maggio viene varata la legge di Riforma Agraria, di cui Guevara è uno dei principali artefici, che ha il compito di espropriare e ridistribuire la terra. Vengono subito confiscati i vasti possedimenti agricoli nordamericani.
Matrimonio!
Dopo il divorzio dalla prima moglie, Hilda Gadea, il 2 giugno Ernesto Che Guevara sposa Aleida March.
Fidel e Raúl Castro, con Camilo Cienfuegos, sono presenti alle nozze.
Gli sposi si erano conosciuti sulla Sierra dell’Escambray verso la metà del 1958, lui già comandante di una colonna e lei giovane e fervente rivoluzionaria. Aleida era diventata l’inseparabile assistente del Che, sempre al suo fianco anche durante i combattimenti.
In missione nel mondo
Guevara è ormai una delle figure di spicco della rivoluzione. Il 9 giugno viene messo a capo della prima missione all’estero del giovane governo cubano. La delegazione visita i Paesi della cosiddetta Conferenza di Bandung, che anticipa e prepara il Movimento dei Non Allineati. A 31 anni, il Che lascia L’Avana per 87 giorni e visita 12 Paesi, incontrando alcuni dei leader più importanti, tra i quali il presidente della Repubblica Araba Unita, Gamal Abdel Nasser, il Primo ministro indiano, Jawaharlal Nehru, il presidente dell’Indonesia,Achmed Sukarno, principale promotore della Conferenza di Bandung, e il presidente della Jugoslavia, Josip Broz Tito, uno dei leader della politica di “non allineamento”. Durante la permanenza in Giappone Guevara visita anche Hiroshima, rendendo omaggio alle vittime della bomba atomica.
Presidente del Banco Nacional de Cuba
Il 7 ottobre Guevara viene nominato responsabile del Dipartimento per l’Industrializzazione dell’Instituto Nacional de la Reforma Agraria (INRA). Di lì a poco riceve un secondo incarico istituzionale: il 26 novembre il Consiglio dei Ministri lo nomina presidente del Banco Nacional di Cuba. Si delinea subito il compito principale: la difesa della valuta. Il 28 dicembre, all’Università di Las Villas, viene conferita al Che la Laurea ad honorem in Pedagogia. Senza toga e in divisa verde oliva, Guevara dichiara di considerarla immeritata e di accettarla come omaggio all’esercito ribelle. Durante il suo discorso si rivolge direttamente ai « signori professori, miei colleghi » esortandoli « a dipingersi la faccia di nero, di mulatto e di campesino ». È un invito forte all’ambiente universitario, affinché accolga chi fino ad allora è stato escluso per ragioni razziali o economiche.
Lavoro volontario
Il 16 gennaio è la prima giornata di “trabajo voluntario”. Per il Che è un atto di grande valore etico e sociale: secondo lui lo sviluppo della coscienza si acquisisce con il lavoro e l’esempio del comportamento. Il 28 gennaio, durante la commemorazione del 107esimo anniversario della nascita dell’eroe nazionale José Martí, Guevara ne ricorda l’alto valore morale: «Di tutte le frasi di Martí, ce n’è una che credo definisca meglio di qualunque altra lo spirito dell’apostolo. È quella che dice: “Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato a qualunque altro uomo”. […] la nostra rivoluzione è fatta per il popolo e si è realizzata grazie allo sforzo del popolo; […] “con i poveri della terra voglio giocare la mia sorte” diceva Martí… E così abbiamo fatto noi, interpretando le sue parole».
La Coubre esplode: sabotaggio
Il 4 marzo la nave cargo francese La Coubre, carica di armi, esplode nel porto a L’Avana: il bilancio è di 101 morti e più di 400 feriti. Cuba accusa la CIA di aver collocato dell’esplosivo fra le casse di granate trasportate sulla nave. Il giorno seguente, durante i funerali delle vittime, il fotografo Alberto Korda ritrae il Che.Pubblicata l’anno seguente sul quotidiano cubano “Revolución”, l’immagine diverrà il simbolo dell’“eroico guerrigliero” e l’icona di un’epoca.
Ai primi di marzo Guevara incontra Jean-Paul Sartre, il romanziere, drammaturgo e filosofo francese, uno dei maggiori esponenti del cosiddetto “esistenzialismo”, e la sua compagna, Simone de Beauvoir, fra le più autorevoli scrittrici del movimento. Il luogo dell’appuntamento è l’ufficio di Guevara al Banco Nacional de Cuba. L’orario, quello “normale” secondo le abitudini lavorative del Che: a mezzanotte. Di lui Sartre dirà:
« Penso che effettivamente […] non sia stato solo un intellettuale, bensì l’uomo più completo del suo tempo».
In missione nell’area socialista
Il 14 ottobre un decreto presidenziale mette Guevara a capo di una missione economica nei Paesi dell’area socialista. Fra il 22 ottobre e il 22 dicembre il Che visita Cecoslovacchia, URSS, Cina, Corea del Nord, Germania Est e Ungheria, incontrandone i massimi esponenti politici: a Praga, il presidente cecoslovacco, Antonín Novotný, a Mosca Anastas Mikojan, vicepresidente del Consiglio dei Ministri, e il Primo segretario del Partito, Nikita Chruscev, a Pechino il Primo ministro del Consiglio di Stato, Zhou Enlai, e il presidente del Partito Comunista Cinese, Mao Tse-tung, in Corea del Nord il leader supremo, il maresciallo Kim Il-sung, e a Budapest il Primo segretario del Partito Socialista Operaio Ungherese, János Kádár.
Nasce la figlia Aleida
Mentre Guevara è in missione, il 24 novembre nasce sua figlia, Aleida. In una cartolina da Shanghai ironizza sulle sue disattese speranze in un figlio maschio e scrive alla moglie: «Certo che le studi tutte per farmi restare male. Comunque, un bacio a tutte e due. E ricorda: quel che è fatto è fatto. Abbracci. Che».
Ministro dell’Industria
Il 23 febbraio Ernesto Guevara giura come Ministro dell’Industria davanti al Presidente della Repubblica, Osvaldo Dorticós Torrado. Dichiara che la sua priorità è superare i vincoli della monocoltura, retaggio del colonialismo e causa del sottosviluppo, attraverso la creazione di un’industria nazionale. Ma per farlo occorre «La pianificazione […] pietra angolare del processo economico della Rivoluzione […]».
Playa Giron
Tra marzo e aprile il nuovo presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, dà il via all’“operazione Zapata”, un’azione segreta contro Cuba già approvata dal suo predecessore, Dwight Eisenhower.
All’alba del 15 aprile aerei camuffati con l’insegna FAR , “Forze Armate Rivoluzionarie”, attaccano gli aeroporti cubani. Il giorno seguente Guevara partecipa ai funerali delle vittime del bombardamento, preludio di un attacco imminente. Fidel Castro parla alla folla: «Quello che non possono perdonarci è di aver fatto una Rivoluzione socialista proprio sotto il naso degli Stati Uniti!».
17 aprile: truppe mercenarie sbarcano a Playa Girón. Sono composte da esuli cubani addestrati dalla CIA in Guatemala. Durante l’invasione, il Che, capo militare della Regione Occidentale, opera nella provincia di Pinar del Río, dove si trova lo Stato Maggiore. Gli invasori vengono sconfitti in 72 ore e il tentativo si rivela un fallimento: 1189 controrivoluzionari vengono arrestati, incarcerati e processati.
Punta del Este
Il 2 agosto a Punta del Este, in Uruguay, ha luogo il summit economico dei paesi dell’Organizzazione degli Stati Americani, l’OEA. La conferenza è stata pianificata dagli Stati Uniti con il proposito di dare forma a un progetto regionale chiamato “Alleanza per il Progresso”. Per Guevara non è altro che un piano nordamericano per soffocare la rivoluzione cubana.
L’8 agosto interviene a Punta del Este: «Noi […] portiamo a termine una vera e propria rivoluzione nell’istruzione, nella cultura e nella sanità. […] Quest’anno l’analfabetismo è stato sradicato da Cuba. […] Abbiamo trasformato le caserme in scuole […]».
16 agosto: a Punta del Este, Cuba non firma il documento finale: «Signori delegati […] Cuba è disposta ad aderire all’integrazione economica dell’America Latina [solo] a patto che siano rispettate le sue caratteristiche socio-economiche».
Durante la conferenza, Ernesto ha l’opportunità per l’ultima riunione famigliare: lo vengono a trovare i genitori, la zia Beatrix e i fratelli, Roberto, Celia e Juan Martín.
Il Che parla agli studenti
l 27 novembre, in occasione dell’anniversario della fucilazione di otto studenti di medicina nel 1871, Che Guevara parla così: «Compagni, oggi non avete nient’altro che un dovere: il dovere di studiare. Con questo dovere state pagando tutti i debiti che potrete contrarre con questa società odierna e con tutti gli eroi che si immolano per renderla possibile. […] Questo è il vostro unico dovere».
Il perfezionamento interiore
Il 27 gennaio Guevara ribadisce in televisione l’importanza del lavoro volontario.
Il 31, in un discorso, sottolinea quella del lavoro interiore:
«Dobbiamo lavorare per il nostro perfezionamento interiore quasi in modo ossessivo, con un impegno costante; per analizzare ogni giorno in modo onesto quello che abbiamo fatto, correggere i nostri errori e il giorno dopo ricominciare […]»
10 maggio: nell’aula magna dell’Università dell’Avana, davanti agli studenti della Facoltà di Tecnologia, il Che afferma: «Quali sono le caratteristiche fondamentali necessarie per la costruzione della nuova società? Sono lo sviluppo di una coscienza socialista e l’aumento della produzione […]».
Nasce il figlio Camilo
Il 20 maggio nasce il secondogenito del Che, Camilo Guevara March. Porta il nome dell’amico e compagno di “ cento battaglie ”, Cienfuegos, scomparso nel 1959. Il 28 ottobre di quell’anno Cuba era rimasta sconvolta dalla notizia della morte di uno degli eroi della rivoluzione, “ Il Signore dell’Avanguardia ” come lo chiamava l’amico fraterno Guevara: di ritorno a L’Avana dopo una missione a Camagüey, il Cessna con a bordo Camilo Cienfuegos si era inabissato. Inutili erano state le ricerche cui, nei giorni seguenti, avevano preso parte anche il Che e Fidel Castro.
La crisi dei missili
Dal 26 agosto al 9 settembre Guevara è a Mosca, dove incontra Nikita Chruscev. Di mutuo accordo, viene decisa l’installazione di missili a medio raggio sul territorio di Cuba, con l’intento di rafforzare la capacità difensiva della giovane repubblica.
Il 15 ottobre, aerei U2 degli Stati Uniti fotografano le basi missilistiche cubane alla ricerca di armi nucleari.Inizia quella che diverrà nota come “la crisi dei missili”.
22 ottobre: Kennedy in tv paventa il rischio di una guerra atomica. Chruscev lancia un appello contro l’insensatezza di un blocco dell’isola. Il 23 ottobre, Kennedy decreta il blocco militare e intorno a Cuba si concentrano 183 navi da guerra statunitensi. Chruscev ordina alle navi sovietiche di non forzare il blocco.
26 ottobre: in una lettera privata a Kennedy, Chruscev s’impegna a ritirare i missili a patto che gli Stati Uniti rinuncino ad aggredire Cuba e smantellino i missili nordamericani schierati in Turchia e in Italia. La proposta viene accettata. Mosca ritira i missili senza consultare il governo cubano. La decisione unilaterale è causa di forti divergenze.
Soprattutto umano…
Il 20 ottobre, in piena crisi, Guevara aveva pronunciato il discorso Cosa dev’essere un giovane comunista : «Il giovane comunista deve essere soprattutto umano, talmente umano da rasentare la perfezione […] E se ci dicessero che siamo quasi dei romantici, […] e che non si può ottenere dalla massa di un popolo quello che è quasi un archetipo umano, noi dobbiamo rispondere mille volte di sì, che si può, che abbiamo ragione e che tutto il popolo può progredire».
La missione del lavoratore
A Cuba la situazione economica è complessa: gli investimenti aumentano, ma la produzione diminuisce. Si intensificano gli effetti negativi del blocco statunitense e diventa difficile convertire il commercio estero verso i paesi socialisti.
Il Che esorta i lavoratori: « L’operaio d’avanguardia ha una missione fondamentale da compiere, quella di dare l’esempio, di trasformarsi in eroe venerato del lavoro […]».
Combatte il burocratismo: «causato dai “peccati originali” dei vecchi apparati amministrativi […] il male […] si era sviluppato con forza, […] ma alcuni fattori ne hanno distrutte le cause fondamentali; […] e ogni lavoratore, in base al suo livello, si è trasformato in un soldato dell’economia disposto ad affrontare qualsiasi problema».
La costruzione del partito
Sul partito afferma: «chi fa parte del nuovo Partito deve essere un uomo che sente intimamente in tutto se stesso le nuove verità, e deve sentirle con naturalezza, in modo tale che quello che per la gente comune rappresenta un sacrificio sia per lui semplicemente l’azione quotidiana […]». A maggio viene creato il PURSC, il Partito Unito della Rivoluzione Socialista di Cuba. Il 30, il Che scrive la prefazione del libro Il partito marxista-leninista . Verrà pubblicato dalla Direzione Nazionale del Partito Unito della Rivoluzione Socialista a Cuba. Il Che vi ribadisce la sua visione umanistica: « Il marxista deve essere il migliore, il più onesto, il più completo degli esseri umani, ma sempre, sopra ogni cosa, dev’essere umano […] ».
Nasce la figlia Celia
Il 14 giugno, nella nuova casa in Calle 47 nel quartiere di Nuevo Vedado, nasce la figlia Celia, la “tercerota”, come la chiama il Che.
L’importanza della pianificazione
Guevara è il primo dirigente cubano a visitare l’Algeria. Il 3 luglio, ad aspettarlo all’aeroporto, c’è il Primo ministro, Ahmed Ben Bella, uno dei grandi estimatori della rivoluzione cubana.
Il 16, il Che tiene un discorso al Seminario di Pianificazione di Algeri.
«La pianificazione, intesa nel senso marxista-leninista della parola, ha un contenuto economico e politico. È il modo in cui si sviluppa la società socialista».
Il 25 luglio il settimanale francese «L’Express» pubblica l’intervista a Guevara di Jean Daniel: «Il socialismo economico senza la morale comunista non mi interessa. Lottiamo contro la miseria, ma allo stesso tempo lottiamo contro l’alienazione. Uno degli obiettivi fondamentali del marxismo è far scomparire dalle motivazioni psicologiche “ l’interesse individuale ” e il lucro».
Guevara a Ginevra
Il 25 marzo si inaugura a Ginevra la prima Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo. In rappresentanza di Cuba, Guevara interviene chiedendo per il suo paese «uguaglianza, giustizia ed equità rigorose». «L’unica soluzione corretta ai problemi dell’umanità nella situazione attuale – dice – è l’abolizione assoluta dello sfruttamento dei paesi che dipendono dai paesi capitalisti sviluppati […] Cuba sostiene che da questa conferenza deve emergere una definizione di commercio internazionale come strumento idoneo per il più rapido sviluppo economico dei popoli sottosviluppati e discriminati […]».
L’uomo integrale
Il 9 maggio a L’Avana, Guevara parla ai giovani:
«La fase di costruzione del socialismo […] che stiamo vivendo non viene realizzata semplicemente per far risplendere le nostre fabbriche. […] Non sarebbe giusto se fossimo solo produttori di articoli e materie prime e non fossimo anche produttori di uomini […]».
Il 15 agosto parla di Un nuovo atteggiamento verso il lavoro .
Per Guevara la vera schiavitù non è il lavoro, ma il non possedere i mezzi di produzione.
Quando la nuova società ottiene il potere « [ecco che] di fronte al lavoro si acquisisce di nuovo la vecchia allegria, quella di compiere un dovere, di sentirsi importante all’interno del meccanismo sociale […] ».
Guevara a Mosca
4 novembre : Guevara parte per Mosca alla guida della delegazione cubana, in occasione del 47esimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre. Il 7 novembre , assiste alla sfilata dell’anniversario. L’11 parla alla Società dell’Amicizia Sovietico-Cubana, presieduta dal primo cosmonauta Jurij Gagarin.
Il Che all’Assemblea dell’ONU
Il 9 dicembre Guevara è a New York a capo della delegazione cubana per partecipare alla XIX Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’11 fa il suo intervento ufficiale, in cui condanna duramente la politica degli Stati Uniti: « Verrà il giorno in cui questa Assemblea […] chiederà al governo nordamericano di garantire la vita della popolazione nera e latinoamericana. […] Come può definirsi guardiano della libertà chi assassina i propri figli e li discrimina ogni giorno in base al colore della pelle, chi lascia in libertà gli assassini dei neri e per di più li protegge, mentre punisce la popolazione nera che esige il rispetto dei suoi legittimi diritti di libertà? […]». 14 dicembre: Guevara interviene a Face of the Nation , programma serale della Cbs: «Conosciamo bene il potere degli Stati Uniti. Diciamo che il loro governo vuole farci pagare un prezzo molto alto per questa coesistenza non pacifica […]. Se per vivere in pace dovessimo metterci in ginocchio, dovrebbero prima ucciderci».